Molte persone al giorno d’oggi credono che lo yoga sia un particolare metodo di attività fisica nella quale si contorce il proprio corpo in posizioni complesse per ottenere dei benefici fisici o al massimo mentali.
Ma lo yoga descritto nei Veda e nella Bhagavad-gita, i Testi più autorevoli sullo yoga accettati da tutte le scuole tradizionali, comprende differenti tipologie e livelli di evoluzione capaci di fornire benefici ancor più elevati di qualche benessere fisico o mentale temporaneo.
Letteralmente il termine sanscrito “yoga” significa “collegamento, unione” e si riferisce all’unione, nell’amore, tra la coscienza individuale e la Coscienza Suprema, tra l’anima e Dio.
Lo scopo finale e il beneficio ultimo dello yoga, che necessariamente passa attraverso il controllo della mente e dei sensi, consiste quindi nella realizzazione spirituale, nel riallacciare e risvegliare la nostra eterna relazione d’amore con la Persona Suprema: lo stadio di massima felicità sperimentabile dall’essere vivente.
La scala dello Yoga
Il processo dello yoga può essere paragonato ad una scala che eleva gradualmente verso lo scopo finale della Verità Assoluta. Le forme o le fasi principali dello yoga, che includono tutte le altre tipologie di yoga (hatha, raja, kriya, mantra, kundalini…), sono quattro:
- karma-yoga
la rinuncia ai frutti del proprio lavoro - jnana-yoga
la conoscenza e l’austerità - astanga-yoga
la meditazione sull’Anima Suprema nel cuore - bhakti-yoga
il servizio devozionale d’amore offerto alla Persona Suprema
La scala quindi parte dal karma-yoga, ossia dalla rinuncia ai frutti del proprio lavoro. Quando si aggiungono conoscenza e austerità il karma-yoga diventa jnana-yoga, il secondo gradino della scala. Quando al jnana-yoga si aggiunge la meditazione sul Supremo, si raggiunge il terzo gradino chiamato astanga-yoga. Alla fine, quando il servizio devozionale d’amore al Signore Supremo è praticato insieme all’astanga-yoga, si arriva al bhakti-yoga: nel suo insieme l’intero processo evolutivo è conosciuto come yoga.
Il Mantra Yoga
I nomi di Dio, come tutto ciò che si riferisce a Lui, sono di natura spirituale ed assoluta e hanno quindi il potere di collegarci con la realtà trascendentale, che si trova al di là della materia e della quale anche noi siamo parte.
Dio ha differenti nomi, rivelati in diverse tradizioni religiose, come Krishna, Rama, Allah, Yahweh, Buddha ed altri ancora. Recitare i nomi di Dio (mantra) è un’attività molto purificante che ci eleva ad un livello di coscienza spirituale.
Ogni essere vivente è un essere spirituale che è entrato in un corpo materiale; il legame tra l’essere spirituale (l’anima) ed il corpo si stabilisce grazie alla coscienza che, emanando dall’anima stessa, pervade tutto il corpo e gli dà vita.
Ciascuno di noi è cosciente del proprio corpo, che indossa come un vestito, ma la nostra vera natura è diversa poiché siamo l’anima spirituale che si trova all’interno.
La recitazione e l’ascolto dei nomi di Dio e del maha-mantra Hare Krishna risveglia la nostra vera natura ed identità. Questa pratica non è affatto un’imposizione artificiale sulla mente, ma una purificazione graduale della coscienza dai condizionamenti.
Il risultato della pratica è il risveglio della propria natura originale: quella di esseri spirituali eterni, servitori amorevoli di Dio (Krishna).
Il Maha-Mantra Hare Krishna
Il Maha-Mantra recita i Santi Nomi del Signore:
“Hare Krishna Hare Krishna, Krishna Krishna Hare Hare,
Hare Rama Hare Rama, Rama Rama Hare Hare.”
“Oh mio Signore (Krishna, Rama), o energia del mio Signore (Hare),
per favore, impegnatemi al Vostro servizio.”
Quando il mantra è recitato o cantato con un’attitudine devozionale di umiltà e predisposizione al servizio, rivela molto presto la sua efficacia.
Per facilitare la meditazione sul mantra è previsto l’utilizzo di un mala, una corona di perline fatte con un legno sacro. Il mala è composto da 108 grani e da uno più grande che di solito si distingue per la presenza di un ciuffetto di cotone e sul quale non si recita il mantra, poiché si comincia dal grano immediatamente successivo.
Essendo il mala un oggetto sacro, va trattato con rispetto evitando di portarlo o di appoggiarlo in luoghi impuri come ad esempio il bagno o il pavimento.
Per ricevere la capacità di recitare puramente il maha-mantra Hare Krishna è molto propizio invocare prima la misericordia e le benedizioni del Signore Caitanya e dei Suoi compagni (che sono considerati le incarnazioni più misericordiose) recitando il Panca-tattva mantra, composto dai Loro nomi divini:
Jaya Sri Krishna Caitanya, Prabhu Nityananda,
Sri Advaita Gadadhara, Srivasadi Gaura-bhakta-vrnda.
Ora, tenendo ogni grano tra il pollice ed il medio della mano destra, recitate con voce udibile scandendo chiaramente le singole sillabe del maha-mantra e concentrando la mente sulla vibrazione sonora:
Hare Krishna Hare Krishna, Krishna Krishna Hare Hare,
Hare Rama Hare Rama, Rama Rama Hare Hare.
Recitate il mantra su ogni grano, fino ad averli esauriti tutti e 108, poi girate e ricominciate nella direzione opposta. Dopo aver recitato il mantra su ognuno dei 108 grani ed essere giunti al grano più grande, avrete terminato un giro.
La cosa più importante è pronunciare distintamente i nomi, concentrandosi nell’ascolto della vibrazione sonora. Il mantra deve essere recitato con attenzione e in un’attitudine di rispetto.
Stabilite un numero di giri giornaliero a seconda delle vostre oneste capacità, cercando gradualmente di aumentare il tempo dedicato alla pratica.
Srila Prabhupada ha raccomandato, per coloro che desiderano essere iniziati, di recitare almeno 16 giri al giorno.
All’inizio sarà difficile recitare molti giri, ma dobbiamo sempre ricordare che la qualità è più importante della quantità.
Man mano che procediamo nella purificazione spirituale, svilupperemo più gusto per la pratica e diventerà naturale aumentare il numero dei giri.
Si consiglia di recitare il mantra in modo sistematico, senza distrarsi, cercando di completare un giro di 108 mantra in 7/8 minuti.
La pratica del Bhakti Yoga
Come la vita materiale, anche la vita spirituale comporta un’attività pratica. La differenza sta nel fatto che mentre le attività materiali si compiono per un profitto personale, le attività spirituali si svolgono per il piacere di Krishna, con la guida di un maestro spirituale e seguendo l’insegnamento delle Scritture. La chiave del progresso spirituale consiste proprio nell’accettare la guida delle Scritture e del guru.
Nella Bhagavad-gita Krishna dichiara che non è possibile raggiungere la felicità né la destinazione suprema della vita, ossia il ritorno a Dio, Krishna, nella nostra dimora originale, se non si seguono le ingiunzioni delle Scritture e se un maestro spirituale autentico non insegna al discepolo il modo di seguirle attraverso l’impegno pratico in un particolare servizio dedicato al Signore: non è possibile fare progressi nel campo della spiritualità se non si seguono le istruzioni di un maestro spirituale appartenente ad una successione autorizzata di maestri proveniente da Krishna stesso.
Il metodo delineato qui è quello senza tempo del bhakti-yoga, così com’è stato trasmesso dal più importante maestro ed esponente della coscienza di Krishna dei nostri tempi, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, maestro spirituale fondatore dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON).
L’obiettivo della coscienza spirituale è portarci più vicini a Dio, Sri Krishna, il Quale afferma nella Bhagavad-gita:
“Posso essere conosciuto soltanto grazie al servizio devozionale.”
(Bhagavad-gita, 18.55)
La conoscenza ci permette di compiere le giuste azioni e la conoscenza spirituale ci guida a soddisfare i desideri di Krishna mediante l’impegno pratico nel Suo servizio d’amore: se non ci fosse un’applicazione pratica, la conoscenza teorica avrebbe scarso valore.
La prima cosa che dobbiamo fare al mattino appena svegli è cominciare immediatamente a cantare i santi nomi del Signore: è essenziale.
“O mio caro Signore, o Krishna, supremamente attraente, oggetto dell’amore di tutti, o Rama, ricettacolo di tutti i piaceri e di tutta la felicità, o Srimati Radharani, divina potenza di piacere, elargitrice di devozione, per favore, impegnatemi al Vostro servizio, per favore, impegnatemi al servizio dei Vostri servitori.”
Dovremmo essere molto determinati a prendere rifugio nel santo nome, cantando non in modo ritualistico e casuale ma per prendere rifugio, perché Krishna è nel Suo nome; dovremmo sederci e fissare realmente la nostra attenzione sul nome di Krishna lasciando che questo nome purifichi i nostri cuori; niente intorno a noi dovrebbe disturbarci in alcun modo. In realtà dovremmo cantare sul nostro japa evitando accuratamente di avere qualsiasi altra cosa da fare durante il canto, altrimenti non lo si può fare con attenzione.
Krishna Si rivela secondo il modo in cui ci si rivolge a Lui: se facciamo molte altre cose mentre cantiamo il japa, anche il nome di Krishna farà molte altre cose invece di rivelarSi a noi. Perciò dovremmo solo sederci e cantare e lo dovremmo fare in quel momento della giornata in cui può essere per noi l’unica priorità.
Con il canto ci purifichiamo da tutto ciò che occupa la mente: ad ogni sillaba di ogni nome dovremmo desiderare molto intensamente di purificare la nostra mente concentrandola sulla vibrazione sonora. Il nome di Dio è potente quanto il fiume Gange: esso lava il cuore da tutte le inclinazioni a peccare, da tutti gli attaccamenti dannosi.
Krishna è una Persona e il Suo nome è una Persona: quando cantiamo trattiamo direttamente con una Persona, non con una vibrazione, perciò dovremmo cantare con molto rispetto, con grande attenzione desiderando di soddisfare Quella Persona. Se siamo coscienti di questa realtà, di questa verità, come sarà meraviglioso il nostro canto, come sarà sincero e pieno di devozione!
Se cantiamo veramente in uno stato di coscienza pura, allora siamo direttamente al cospetto di Radha e Krishna, del Loro seguito, di tutti gli acarya e di tutti gli altri in uno scambio reciproco.
“Considerate questo maha-mantra come tutta la vostra vita, da cantare con grande attenzione e con sentimento, avendo fede che questo maha-mantra è la medicina che porterà via dal cuore tutte le malattie dovute all’ignoranza, che questo maha-mantra
HARE KRISHNA HARE KRISHNA KRISHNA KRISHNA HARE HARE
HARE RAMA HARE RAMA RAMA RAMA HARE HARE
è il mezzo per trasportare la vostra coscienza verso l’eterno regno spirituale di Vrindavana.”